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Per soddisfare la grande richiesta di pubblico il WeGil, l’hub culturale della Regione Lazio nel cuore del quartiere Trastevere di Roma, terrà aperte le porte al pubblico fino alle ore 23 negli ultimi due week end di programmazione della mostra ELLIOTT ERWITT ICONS

Le aperture serali, che si affiancano a quelle ordinarie tutti i giorni dalle 10 alle 19, prenderanno il via sabato 4 e domenica 5 per proseguire sabato 11 e domenica 12 luglio, giorno di chiusura dell’esposizione. In queste giornate, dalle 19 alle 23, sarà compresa nel biglietto di ingresso una degustazione di vini del Lazio al primo piano del WeGil. Gli ingressi alla mostra e agli spazi del palazzo, in entrambe le fasce orarie, saranno gestiti nel pieno rispetto delle indicazioni in termini di distanziamento sociale previste per i luoghi pubblici al fine di contrastare la diffusione del coronavirus e sarà possibile acquistare i biglietti online su www.liveticket.it/wegil. In particolare nel week end, per le fasce orarie serali (19-20, 20-21, 21-22, 22-23) è consigliata la prenotazione inviando una mail a info@wegil.it o contattando il numero 334 6841506.

ELLIOTT ERWITT ICONS, la retrospettiva a cura di Biba Giacchetti promossa dalla Regione Lazio e organizzata da LAZIOcrea in collaborazione con SudEst57, celebra uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea. L’esposizione raccoglie settanta degli scatti più celebri di Erwitt: uno spaccato della storia e del costume del Novecento visti attraverso lo sguardo tipicamente ironico del fotografo, specchio della sua vena surreale e romantica.

Dall’incontro tra Nixon e Kruscev, all’immagine di Jackie Kennedy durante il funerale del marito, dal celebre incontro di pugilato tra Muhammad Alì e Joe Frazier, al fidanzamento di Grace Kelly con il principe Ranieri di Monaco, l’obiettivo di Erwitt ha catturato alcuni degli istanti fondamentali della storia del secolo scorso che, grazie alle sue fotografie, sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo.

Tra le foto in mostra, non mancano i celebri ritratti di Che Guevara, Marlene Dietrich e la famosa serie dedicata a Marilyn Monroe. Il pubblico potrà nuovamente ammirare alcuni degli scatti più iconici e amati di Erwitt come il “California Kiss” in cui emerge la vena più romantica del maestro. Esposte anche le foto più intime e familiari come quella della sua primogenita neonata, ritratta sul letto sotto lo sguardo dalla madre. Nel percorso sono presenti anche gli scatti da cui emerge la vena ironica di Erwitt come quelli ai suoi cani o l’immagine scattata al matrimonio di Bratsk.

Della stessa vena giocosa è testimonianza la collezione di autoritratti del fotografo: immagini che raccontano tanto dell’artista compresa la capacità innata di prendersi gioco non solo della realtà esterna ma anche di se stesso. A corredo, una sezione documentale del lavoro di Erwitt con i giornali e le pubblicazioni originali su cui comparvero per la prima volta le immagini dell’artista.

Completa l’esposizione il catalogo della mostra a cura di SudEst57 in cui ogni fotografia è accompagnata da un dialogo tra Elliott Erwitt e Biba Giacchetti attraverso cui scoprire i segreti, le avventure e il senso di ognuna di esse.

 NOTE BIOGRAFICHE

Elliott Erwitt è nato a Parigi da una famiglia di emigrati russi, nel 1928. Passa i suoi primi anni in Italia, a Milano. A 10 anni, si trasferisce in Francia con la sua famiglia e da qui negli Stati Uniti, nel 1939, prima a New York e, due anni dopo, a Los Angeles.

Durante i suoi studi alla Hollywood High School, Erwitt lavora in un laboratorio di fotografia che sviluppa stampe “firmate” per i fan delle star di Hollywood.

La grande opportunità gli viene offerta dall’incontro, durante le sue incursioni newyorchesi a caccia di lavoro, con personalità come Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, che amano le sue fotografie al punto da diventare i suoi mentori. Nel 1949 torna in Europa, viaggiando e immortalando realtà e volti in Italia e Francia. Questi anni segnano l’inizio della sua carriera di fotografo professionista. Chiamato dall’esercito americano nel 1951, continua a lavorare per varie pubblicazioni e, contemporaneamente, anche per l’esercito stesso, mentre soggiorna in New Jersey, Germania e Francia.

Nel 1953, congedato dall’esercito, Elliott Erwitt viene invitato da Robert Capa, socio fondatore, a unirsi a Magnum Photos in qualità di membro fino a diventarne presidente nel 1968 per tre mandati. Oggi Erwitt è riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi. I libri di Erwitt, i saggi giornalistici, le illustrazioni e le sue campagne pubblicitarie sono apparse su pubblicazioni di tutto il mondo per oltre quarant’anni.

Pur continuando il suo lavoro di fotografo, Elliott Erwitt negli anni Settanta comincia a girare film. Tra i suoi documentari, si ricordano Beauty Knows No Pain (1971), Red White and Blue Grass (1973), il premiato dall’American Film Institute The Glass Maker of Herat (1997). Negli anni Ottanta Elliott Erwitt produce diciassette commedie satiriche per la televisione per la Home Box Office.

Dagli anni Novanta fino ad oggi continua a svolgere un’intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia. Ad oggi, i libri di fotografia pubblicati da Erwitt sono più di 45, tra cui The Private Experience (1974), Son of Bitch (1974), Museum Watching (1998), Personal Best (2006), Elliott Erwitt’s Kolor (2013).

Tra le sedi espositive più prestigiose dove Erwitt ha presentato i suoi lavori si segnala the Museum of Modern Art a New York, International Centre of Photography Scavi Scaligeri a Verona, The Chicago Art Institute, The Smithsonian Institution a Washington, The Museum of Modern Art a Parigi (Palais de Tokyo), The Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Museo Reina Sofia Museum di Madrid, The Barbican a Londra, The Royal Photographic Society a Bath, The Museum of Art of New South Wales a Sydney, lo Spazio Oberdan e il MUDEC a Milano, International Center of Photography a New York, la Casa dei Tre Oci a Venezia, la Reggia di Venaria Reale a Venaria, il Palazzo Ducale a Genova, altre diverse sedi asiatiche – e molte altre. Gallerie private sparse per tutto il mondo mostrano, promuovono e vendono le fotografie “fine art” di Erwitt.

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